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QUEL CHE RESTA DEL PIACERE

“Due donne stavano sul sedile di pietra, sotto la chiesa, 
a guardia di alcuni bimbi che correvano intorno l’obelisco. 
L’obelisco era tutto roseo, investito dal sole declinante; e segnava un’ombra lunga, obliqua, un po’ turchina. L’aria diveniva rigida, come più s’appressava il tramonto.”

[Ivi.,Cit. pg. 87]
“La città, in fondo, si tingeva d’oro, contro un cielo pallidissimo sul quale già i cipressi del Monte Mario si disegnavano neri.”

“Dopo un tratto di salita, apparve la città immensa, augusta, radiosa,
irta di campanili, di colonne e d’obelischi, incoronata di
cupole e di rotonde, nettamente intagliata, come un’acropoli...”

[Ivi.,Cit. pg. 87, 195]
“Il palazzo levavasi d’innanzi a lui, ampio come una reggia;
 le vetrate del primo piano brillavano di riflessi violacei; 
su la sommità indugiava un bagliore fievole; 
dal vestibolo usciva un’altra carrozza chiusa.”

[Ivi.,Cit. pg. 152]
“La statua di Psiche in cima al viale medio aveva assunto un pallore di carne. Gli oleandri sorgevano in fondo come mobili cupole di porpora. Su la piramide di Cestio saliva la luna crescente, per un ciel glauco e profondo 
come l’acqua d’un golfo in quiete.”

[Ivi.,Cit. pg. 417]
The rings and necklaces photographed correspond to the sensation that the entire book leaves in my imagination: they symbolize aristocracy, lust, sophistication, and the succession of the protagonist's numerous lovers.

Today, Rome is a hyper-touristic city, besieged in its most famous places. I have decided not to eliminate this from the photos but to emphasize the contrast with the Rome of the late 19th century when it presented itself.
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